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19 febbraio 2014

Ramolaccio nero d'inverno

Vegan, raw

Ecco una verdura invernale che mi ricorda l'infanzia e nonno Giovanni, contadino e uomo retto, generoso e mite, che con i suoi silenzi operosi mi ha insegnato ad amare la natura rispettandola, a gioire per ogni verdura cresciuta che sarebbe poi andata in dono.
Ricordo il nonno già vecchio, camminando piegato dalla vecchiaia con la sua camicia scozzese blu, lungo le stradine ghiaiose e assolate della campagna veronese, portando cinque borse piene di verdure, tre da una parte, due dall'altra "una per ogni figlia" diceva!  Perchè il suo dono era l'amore!
In inverno, le stesse borse portavano il suo oro nero per le figlie, il romolaccio nero! Cresciuto con acqua e freddo, con cure costanti ed attente. Caro il mio nonnino, conosceva ogni filo d'erba del suo campo per nome!
E il romolaccio, che lui chiamava in dialetto veronese ravano, era l'oro piccante dell'inverno. Una volta a casa aveva il rito del prepararlo. Era il suo rito, non della nonna: sbucciarlo, tagliarlo a fettine con il coltellaccio e condirlo... mamma che buono!!!
 
 
Quasi che quella verdura forte di gusto, piccante quasi a far lacrimare, fosse il simbolo della sua forza.
Qualche foto e una semplice descrizione vi spiegheranno come prepararlo:

Pelare con il pelapatate e tagliare a coltello delle fettine sottili.
Condire con olio e pepe.
 

Noi lo troviamo ottimo anche senza condimento!
Bacioni nonno <3 <3 <3

2 commenti:

  1. Grazie Barbara per il bel ricordo del mio papà, che tanto amava la sua campagna e la sua famiglia. Mamma

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